L'obiettivo non è il trasferimento di conoscenze ma lo sviluppo delle persone e di nuove idee. Ci proponiamo di attivare un cambiamento.
La leadership non è cosa da tutti, ma tanti la esercitano. Il prodotto finale non sempre è soddisfacente. Perché è così complessa quest’arte?
Perché richiede un’integrazione tra le competenze personali del leader e:
La specificità di ogni collaboratore.
Le caratteristiche ed esigenze del gruppo di lavoro.
La visione di insieme del management e dell’organizzazione aziendale.
Le priorità delle intense giornate di lavoro.
Come migliorare lo stile di leadership? La nostra chiave di lettura è la valorizzazione delle risorse, rese autonome e gratificate dal coinvolgimento nella gestione diretta di micro o macroprocessi lavorativi. Conoscere l’altro, distinguerne gli stili comunicativi e di apprendimento permetterà al leader di sviluppare un proprio stile personale con cui esprimere queste funzioni.
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Non si può non valutare in ambito organizzativo. Quello che è opportuno fare è limitare gli effetti soggettivi della valutazione e quindi valutare meglio.
Il focus è sulla lente personale di osservazione del collaboratore e sul processo relazionale, da sviluppare con estrema cura.
Sapersi visti e osservati agisce come leva motivazionale al lavoro e alimenta il senso di appartenenza all’organizzazione, fattori questi fortemente correlati con la qualità della performance.
Senza questo sguardo e soprattutto senza che la valutazione sia trasparente (positiva o negativa che sia, l’importante è il feedback) si verifica un fenomeno di disaffezione emotiva e un graduale ritiro. Dedicare tempo e attenzione a questo finisce per rendere le risorse proattive e coinvolte in un processo di miglioramento continuo.Due obiettivi soddisfatti: la gestione sul piano organizzativo e lo sviluppo personale e professionale.
L’ottica è quella di superare la dinamica controllore – controllato e facilitare un processo partecipato e responsabile mantenendo forte la dimensione relazionale.
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